sabato 5 febbraio 2022

IL CORAGGIO DELLE VERITÀ COME ESERCIZIO DI DEMOCRAZIA


 


Si potrebbe prendere ispirazione dalla storia della filosofia. Questo problema si è presentato in molteplici contesti, uomini di pensiero di differenti estrazioni culturali si sono trovati coinvolti in situazioni e in rapporti di forze che hanno richiesto loro l'obbligo della "parrēsia" e di confrontarsi costantemente con lo spazio della libertà e del coraggio della parola pubblica.
Nella convinzione che la "parrēsia" sia non solo un concetto chiave della tradizione occidentale del pensiero, ma anche una questione cruciale dell'esperienza contemporanea, come il tema della verità e della relazione che la verità ha e ha avuto con l'individuo singolo e collettivo. La verità è un punto di vista imprescindibile per la comprensione della precarietà con cui oggi avviene la formazione dell'uomo moderno. In nessuna formazione dell'individuo si forza sul concetto di verità poiché scivolosa.
Non ci si sofferma, dunque, su come distinguere il vero dal falso, quanto piuttosto sul modo in cui si costituisce il soggetto che dice la verità e sulla produzione di quest’ultima. Proprio in questa prospettiva il cinismo, corrente filosofica che si sviluppa nel IV secolo a.C., assume un ruolo centrale in questa disamina.
Stando così le cose, anche nel contesto democratico la parresìa assume un particolare ruolo. Non a caso il filosofo forse più recente che si è esposto sull'argomento Foucault, fa notare che molti antichi hanno messo in discussione il fatto che la democrazia potesse essere luogo di esercizio della parresìa. Egli scrive:
"In democrazia, la parresìa è anzitutto pericolosa per la città. Pericolosa se la si intende come libertà di prendere la parola concessa a tutti, concessa a chiunque. Ora la parresìa appare pericolosa nella misura in cui richiede, a colui che vuole farne uso, un certo coraggio, che in una democrazia rischia di non essere stimato". Ma la verità è un tema molto dibattito. Lo stesso Platone parla del coraggio della verità come un esercizio di una purificazione di sé attraverso la cura dell’anima, niente a che vedere con la Democrazia. Il cinismo si è soffermato, invece, sulla lotta contro i desideri, ma anche i vizi dell’umanità come mezzo per esercitare una Democrazia di tutti. Potremmo concludere che in entrambi i casi, però, chi si assume la responsabilità di dire il vero, mettendolo in pratica, cambia non solo se stesso ma anche il mondo (si da per assunto che ciò sia impossibile).
Dunque il tema della Democrazia implica il coraggio della verità (assoluta) o l'accettazione delle tante verità, oppure c'è dell'altro?Noi crediamo che la verità sia essenziale nell'esercizio della Democrazia, ma resta l'esercizio della verità come limite riferito alla denuncia di ogni forma di abuso della democrazia o della politica che ne rappresenta l'espressione oggi più evidente e deludente. Si dice che ogni scelta che facciamo è fare politica se questa scelta la rendiamo pubblica. Dunque la Democrazia resta un'utopia? Forme dirette di partecipazione non possono esimersi dal cinismo? E l'uomo potrebbe allontanarsi definitivamente da l'opportunismo?
Noi crediamo nei limiti oltre che negli obiettivi, dunque serve coraggio per la verità e esercizio per la Democrazia a partire da rendere ai cittadini la libertà di scegliere ma nel solco della responsabilità nei confronti della Società che ogni giorno è la verità cinica contrapposta alla verità filosofica della politica.

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