sabato 20 agosto 2022

NAVIGLI: SE C'E' UN COMITATO DI CITTADINI A FAVORE DELLA RIAPERTURA, BISOGNA PARLARNE


 


Ci siamo confrontati in passato sulla base di una forte pressione da parte del sindaco Sala, appoggiato da un forte e influente comitato promotore illustre; formato da docenti del Poli tutt'ora attivo.Non ritornerei sui diversi argomenti ne sulle modalita'di confronto tra i favorevoli e i contrari.Nemmeno sugli argomenti tanto autorevoli e forse inattaccabili vista la svolta politica che e' stata attuata a favore di Goggi.Noi eravamo critici soprattutto sul processo di consultazione e; come capita oggi su San Siro, sul non volere un referendum ad hoc (sappiamo come fu impostata la domanda nel precedente referendum che sommariamente chiedeva cosa pensassero i milanesi dei navigli senza dare troppe informazioni).I navigli piacciono a tutti, ma la storia di Milano li nego' in parte, lasciando aperti tratti di maggior pregio o utilita' per lo piu' a sud della Citta' dove c'era bisogno; venendo meno il principio di utilizzo prima di protezione poi di commercio. Milano ha sviluppato un modello di sviluppo prima industriale in cui prevalsero le ferrovie; poi di finanza e terziario; uffici; strade; necessita' di spostarsi rapidamente dalle periferie al centro dove cresecevano modelli di lavoro intensivi e performanti.Di pari passo crescevano le tecnologie e i modelli di vita si modellavano sui sistemi economici e lavorativi.I navigli non sono ne sinergici a un processo di sviluppo generale ne adeguati al modello di spostamento dei milanesi di oggi, ne strategici per una citta' che non e' ancora in asse sul modello competitivo delle Capitali economiche paragonibili.Una riapertura o meglio un progetto ex novo anche se basato sugli antichi tracciati, della parte prospettata, porterebbe a un cambiamento della viabilita' severo, un cambiamento radicale dell' intero sistema arterioso dei quartieri i quali in parte gia' oggi soffrono un sistema sfavorevole ai cittadini se non strettamente legati anche storicamente con quell'antica modalita' del muoversi dentro ai bastioni, che solo pochi possono vantare grazie alle origini familiari.Un ritorno a una Milano dei navigli costerebbe anche in termini di cantierizzazione, tempi lunghissimi e enormi disagi oltre a sostenute % di materiali sospesi e movimento terra; detriti da calcolare anche in termini d' inpronta al carbonio.Parlarne e' certo un esercizio di confronto ma vanno poste delle regole che fin oggi nessuno ha messo nero su bianco e tutti dicono tutto a partire dal tentativo di seduzione di massa con immagini edulcorate; illusori percorsi turistici di bateau mouche in navigazione con turisti stregati dal belvedere oltresponda illustrato come ottocentesco( e via Melchiorre Gioia?), gente sorridente che cammina ai bordi di un canale difficilmente piacevole dati anche i limiti idraulici ovvi con un livello dell'acqua spesso bassissimo per via dei prelievi a monte .Riaprire i navigli nei termini proposti? Va postulato l'argoritmo dello sviluppo futuro di Milano in generale; sulla base di un obiettivo strategico che non puo' e non deve basarsi sull' interesse di pochi ne su un principio di sola tutela di un bioritmo da ritrovare in buona parte ambíto da chi opera per aumentare il gap tra privilegi e sufficienza vitale.Restiamo molto critici, favorevoli solo a una ristrutturazione della sola zona di valore (ultimo segmento) che non impatterebbe sulla viabilita' e avrebbe una sicura ricaduta sul turismo essendo una zona di pregio storico e architettonico.Siamo estremamente favorevoli a lavori idraulici di separazione del Seveso ma estesi a una revisione generale del sistema idraulico di gestione delle acque, totalmente separato dalla proposta di ripristino dei navigli.In questo ci vediamo un investimento per la Citta'e suoi prossimi cittadini.

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