LA SICUREZZA ED IL SOCIALE


SICUREZZA ABITATIVA

Coordinatore : Gabriella Baio ; e-mail: ccctto5ccc@gmail.com

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L'abitazione è il PRIMO elemento della sicurezza sociale.
Un tetto sulla testa, sicuro, è la base per costruire qualsiasi progetto di vita, a meno di non essere un nomade per antica tradizione.

Ma il "diritto alla casa" nella nostra città è ben lontano dall'essere tale, anche perchè, di fatto, è un "diritto" discutibile, tale soltanto secondo una certa visione politica, meno per altre, ed in ogni caso largamente disatteso. 
Ed i NUMERI degli aventi diritto sono ingenti !



Come possiamo notare la percentuale di stranieri regolari rappresenta il 19% della popolazione totale.
La maggiore presenza è nel Municipio 2, con il 28,57% seguito dal Municipio 9 con il 23,56% .

Gli anziani over 60 anni, la maggior parte dei quali presumibilmente in pensione, è pari a 391'649 persone, pari al 28,6% della popolazione.
Di questi, 16'442 sono stranieri, pari al 1,2% della popolazione ed al 4,2% degli anziani.
I ragazzi con meno di 20 anni sono 234'147, pari al 17,1% della popolazione.
Di questi, 56'393 sono stranieri, pari al 4,1% della popolazione ed al 24% dei giovanissimi.
Insomma a Milano un residente su cinque è straniero ed un ragazzo su quattro è straniero.

Questo ci fa capire come il cambiamento del tessuto sociale milanese, che si è prodotto in un periodo relativamente breve, non sia estraneo ai problemi sociali e di sicurezza della città, perchè è evidente che sta venendo progressivamente a mancare quella coesione sociale che aiuta a limitare i fenomeni di emarginazione, esclusione sociale, povertà diffusa che sono alla base della piccola criminalità, se guardiamo alla sicurezza, e della povertà, se guardiamo ai problemi sociali nel loro insieme, tenuto anche conto della presenza crescente di una popolazione anziana, che vive di pensioni spesso molto basse, in una città in cui il limite di povertà viene stimato attorno ad 800 e pro capite.

Scopo del gruppo analizzare questi problemi assieme ai cittadini, nei municipi, nei quartieri, per trovare INSIEME se non delle soluzioni almeno forme di aiuto, unitamente a nuovi stimoli verso la Pubblica Amministrazione milanese perchè faccia in concreto tutto quello che è in suo potere, poco o tanto che sia.

L'EMERGENZA ABITATIVA A MILANO


(Dati CISL – 2014)
  • Oltre 12mila sfratti in esecuzione con l'intervento della forza pubblica, 80% per morosità
  • Circa 7/8 sfratti giornalieri eseguiti ogni giorno dagli Ufficiali Giudiziari
  • Circa 640 famiglie con assegnazione di un alloggio pubblico, solo sulla carta, e di queste almeno 300 già sfrattate ed in mezzo alla strada.
  • Oltre 23mila famiglie collocate in graduatoria per l'assegnazione di un alloggio pubblico
  • Circa 4500 alloggi pubblici occupati senza titolo, essenzialmente da famiglie disagiate
  • Almeno 8mila alloggi pubblici sfitti che non vengono assegnati
  • Soltanto 90 alloggi pubblici disponibili in offerta nei primi tre mesi del 2014
A fronte di questa situazione CISL chiese :
  • Intervento graduato della forza pubblica, per consentire il passaggio da una casa ad un'altra
  • Garanzia dell'offerta di un alloggio pubblico o di altro alloggio prima di eseguire uno sfratto
  • Rapido e pieno utilizzo degli 8000 alloggi pubblici sfitti ed offerta a canone sociale di tutti gli alloggi vuoti inseriti nei piani di vendita del Comune e rimasti senza acquirenti
  • Mantenimento della destinazione a canone sociale degli alloggi pubblici e blocco dei piani di vendita.
  • Restituzione al Comune della procedura di assegnazione con un unico ufficio competente per gestire l'offerta complessiva di alloggi pubblici.
  • Gestione celere e trasparente dell'istruttoria delle domande di sfratto e delle procedure di assegnazione di alloggi pubblici in deroga alla graduatoria

LE CASE POPOLARI A MILANO (Gabriella Baio)

Stiamo parlando di un argomento annoso ed irrisolto di mala  gestione, su cui si sono cimentate diversi governi milanesi senza successo, a seguito di un'amministrazione fallimentare di ALER, che si è tradotta, durante il governo Pisapia, nel trasferimento degli immobili di proprietà del Comune di Milano ad una divisione di Metropolitana Milanese SpA, denominata MMcasa.
Oggi si debbono quindi fronteggiare due situazioni : la gestione MMcasa, che si trascina gli strascichi della vecchia gestione ALER, cercando di “fare pulizia”, e la perdurante gestione ALER, che dipende da Regione Lombardia.

La posizione di C.C.C. su questo tema, in linea con la filosofia generale che anima questo progetto,  prevede di mettere all'opera il cittadino (quindi non risorse interne di C.C.C.) mettendolo in contatto con chi serve, con gli uffici corretti, cosa che possiamo impegnarci a fare, senza seguire ogni singolo caso, perchè la maggior parte esprime, si, un problema sociale, ma non un'emergenza, se non in casi specifici.
Per alcuni casi esemplari possiamo cercare di costituire un precedente di riferimento con le istituzioni, facendo presente che di casi simili ne esistono a centinaia, stabilendo accordi volti a costruire canali istituzionali seri che si facciano carico di chiarire esaustivamente con ogni cittadino la veridicità della sua posizione debitoria, o meno, sanando quanto è sanabile e perseguendo chi va invece perseguito.
E' invece da considerarsi tra le emergenze sociali l'eventuale vuoto nel rapporto tra il cittadino e le istituzioni, che segue la presa di contatto del cittadino per regolarizzare la sua posizione debitoria, vera o presunta. Si tratta in questi casi di "abuso d'ufficio" e "omissione procedurale", sulla quale C.C.C. potrà tranquillamente farsi sentire anche con adeguato supporto mediatico.
La gestione dei singoli casi affidata ai sindacati non pare aver prodotto risultati, e non è quindi da consigliare,  anche perchè questi si muovono sulla base dei loro collegamenti politici e non su basi etiche e civili.
Dobbiamo anche stimolare la creazione di referenti di quartiere, da formare con precise indicazioni circa il modus operandi, che possano vagliare in via preliminare le situazioni dei loro vicini, fornendo loro le opportune informazioni ed invitandoli all'azione. Questi referenti potrebbero quindi trasferirci soltanto le situazioni in cui le istituzioni siano latitanti e non propongano soluzioni.
Qualora le soluzioni proposte non siano soddisfacenti e siano in conflitto con i diritti del cittadino, la materia si sposta sul piano legale e noi non possiamo fare altro che indirizzare il cittadino ad un legale (magari dopo un consulto con il nostro TTO legalità).
Queste linee di indirizzo sono suscettibili di modifica sul campo, perchè solo l'operatività potrà dirci  cosa cambiare e come procedere per il meglio.
Sono quindi importanti i contatti che C.C.C. riuscirà a stabilire con i vari comitati cittadini già esistenti, proponendosi in chiave CIVICA, con finalità sociali, svincolate da qualsiasi connotazione politica propriamente detta, proponendo altresì ai cittadini di costituirne di nuovi, sempre in chiave civica, a fini strettamente sociali. 


SICUREZZA SANITARIA

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La sicurezza abitativa non è la sola forma di sicurezza necessaria ai cittadini : esiste anche una "sicurezza sanitaria", vale a dire la possibilità di vivere nella città disponendo di servizi sanitari accessibili, funzionali, affidabili, disponibili quando servono al cittadino, non quando fa comodo al fornitore del servizio. 
In questo Milano si trova certamente in condizioni migliori rispetto ad altri territori italiani, però ...
I però dipendono da scelte e da risorse che escono dall'ambito metropolitano, per competenze regionali o statali, ma questo non è motivo sufficiente per non interessarsene, perché il nostro obiettivo sono i cittadini milanesi, QUI ed ORA, con i loro interessi e bisogni, a prescindere da CHI sia l'interlocutore, anche se spesso fuori dalla nostra portata immediata.

SICUREZZA TOUT COURT

E' c'è la sicurezza in senso lato, quella che non prevede di doversi difendere da aggressioni, furti nelle abitazioni, scippi per strada, violenze di ogni tipo, quella che vorrebbe delle città in cui il cittadino potesse muoversi senza rischio per la sua incolumità a qualsiasi ora del giorno e della notte, ovunque.
Un'utopia nelle grandi città del mondo, e tuttavia un'utopia da perseguire, con una lotta senza quartiere al degrado urbano, umano, sociale, spesso legato a quello abitativo ed alle opportunità di lavoro offerte dal tessuto economico della città.

Questi sono TEMI CHIAVE per Milano come per ogni altra città del mondo. Di questo noi DOBBIAMO occuparci.




2 commenti:

  1. Buon giorno, in questi mesi mi sto occupando tramite un gruppo che ho formato in facebook "DGR 6551 Legge Regionale Sanità quella sconosciuta ai Lombardi" la legge stata attuata dal 30 /01/2017 dall'assessore sanità Lombardia G. Gallera, ma portato a conoscenza ai cittadini Lombardi solo il 15/01/2018 e dedicato all'assistenza e percorso di cura per malati Cronici, Disabili, categorie fragili, e tutti i Lombardi che hanno compiuto i 65 anni di età, la Legge è il CreG cioè una legge Britannica applicata alla loro Sanità che nel Regno Unito funziona in quanto hanno stipendi adeguati e non hanno l'Euro, infatti applicato in Italia è lesivo per la persona, che verrà seguita da un Gestore che seguirà il Cronico se aderisce al percorso PAI, dove per ogni patologia la regione Lombardia ha stanziato dei soldi e lista di prestazioni per la cura di quella patologia, alla fine del percorso (anno solare) il 30% della quota rimanente, rimane come compenso al gestore che potrebbe non essere un medico, oppure il vostro medico di famiglia se dovesse aderire alla Legge, per ora dopo anche 4 anni precedenti di sperimentazione di questa legge sul territorio Lombardo, 2 ASL di Milano e Asl di Bergamo e Como, risultato scadente, infatti il 66% dei medici di famiglia Lombardi non ha aderito anche perchè un gestore dovrebbe gestire circa 200 mila Cronici, formando cooperative e call center per l'assistenza del paziente cronico.

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  2. Non è detto rimarrebbe in cura nelle strutture dove è già seguito, il Gestore farà di tutto per risparmiare perchè finisce i soldi dovrebbe pagare di casca propria, e inoltre molte patologie hanno esami o indagini diagnostiche non consone con la stessa patologia e se uno avesse da fare una indagine non elencata nei loro protocolli, il paziente dovrà pagarsi la prestazione in forma privata, infatti nel decreto si parla di stipulare assicurazioni sanitarie per poter proseguire le cure, hanno usato criteri sbagliati per compilare gli elenchi delle cure , nel gruppo Facebook troverete tutte le informazioni e articoli di giornali su questa legge, ho risposto spesso nella pagina della regione Lombardia dove la gente si voleva informare ma dove non ti danno nessun chiarimento se non privatamente, ho avuto discussioni con Gestori che davano informazioni sbagliate rispetto la legge, io seguo per volontariato come resp.di Associazioni per i diritti dei pazienti cronici e disabili, seguo il Dgr assieme al Presidente dell'Ordine dei Medici di Milano dott. R. Rossi e dal dott. U. Tamborini, la legge la seguo dal 2012 con tutte le sue modifiche dal DGR 4383/11 al Dgr 6551/X del 2017, in questi anni stata "nascosta" ai Lombardi, infatti i media e giornali non ne hanno mai parlato e ora hanno messo in giro volantini dove non spiega nulla. A tutti i Cronici entro Marzo dovrebbe arrivare una lettera dalla Regione Lombardia per invitare il paziente a firmare il patto PAI cioè un contratto con il Gestore, io come Cronico non ho ricevuto ancora nulla e molti altri Cronici, conoscendo bene la Legge vi consiglio di non firmare nessun contratto anche se offerto dal vostro medico di Famiglia , una volta firmato il vostro medico di famiglia potrebbe anche non esserci più perchè seguiti solo dal Gestore ed il Gestore non è abilitato per molte cose esempio non può farvi nessun certificato medico e per il lavoro... in questi mesi ho cercato informare più gente, divulgando volantini fatti dall'Ordine dei Medici di Milano, in quali non sono d'accordo sulla legge e hanno presentato 4 ricorsi al Tar che li ha tenuti in sospeso, peggiorerà la Sanità in tutta la Lombardia e non solo ai Cronici, allungando le liste di attesa per esami e ricerche diagnostiche che alla fine uno dovrà pagarsi di tasca propria per poterle fare in tempi adeguati..rimango a vostra disposizione per qualsiasi informazione su questa legge era un progetto del Ministro Lorenzin per introdurre la legge in tutte le regioni di Italia...saluti Paolo

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